Renato Avanzini

Renato nasce in riva al mare, ma è subito attratto dall’ambiente alpino. A 13 anni si iscrive alla gruppo escursionisti “Cesare Battisti” di Sampierdarena, divenuta poi sottosezione CAI. Già lavora, proseguirà gli studi con corsi serali, e inizia a frequentare l’Appennino con escursioni impegnative. Gli fa conoscere l’arrampicata Sergio Rinaldi e li scocca un amore per la Montagna che non finirà più e che oggi dura da 80 anni (Renato ha oggi quasi 93 anni). Nel periodo bellico, è sfollato con la famiglia in un paese delle Alpi Orobie: anche queste montagne saranno palestra di conoscenza e pratica alpina. La sua passione lo porta presto a conoscere ed arrampicare con uomini del calibro di Ottavio Bastrenta, Guido Rossa ed altri torinesi che allora andavano per la maggiore, Piero Villaggio, Gianni Ribaldone, Euro Montagna, Carletto Aureli di Savona e poi giovani emergenti come Alessandro Gogna: in una parola l’élite dell’alpinismo del dopo guerra. Altri ancora lui vorrebbe fossero citati, perché suoi grandi amici e maestri, con i quali affinerà le sue capacità e effettuerà una imponente serie di salite anche di 6° e 6°+, allora difficoltà massime. Sale normalmente da secondo di cordata, ma non chiederà mai un aiuto con la corda. Vale ricordare che allora si arrampicava con scarponi e la sicurezza era a spalla! Impossibile nominare le salite fatte: citiamo solo la Cassin alla Ovest di Lavaredo, la Andrich alla Punta Civetta, la Solleder al Civetta, la Comici allo Spigolo Giallo della Piccola di Lavaredo... non basterebbe un libro per ricordarle tutte. Renato è un Alpinista che privilegia l’arrampicata pura, frequenta molto le Dolomiti, ma anche altri gruppi alpini, soprattutto le Marittime lo vedono impegnato sulle vie più difficili e si cimenta anche con impegnative vie di ghiaccio: Nord M. Viso e Gran Paradiso... Non disdegna ripetere alcune salite, per esempio farà 5 volte il Canalone di Lourousa e non si contano le salite al Corno Stella (13?). Pratica anche lo sci alpinismo e con esso raggiungerà le mete più prestigiose: M. Bianco, Punte Dufour e Zumstein del M. Rosa, Barre de Ecrins... L’amico Renzo Conte è il compagno più presente in quest’attività.

In cima al Corno Stella, in Marittime, sotto un temporale, conoscerà Rita Corsi, una giovane che arrampica con bravura ed ha brillantemente frequentato il I° corso d’alpinismo della Ligure. Nasce per simpatia e reciproca stima, un’amicizia che darà vita alla cordata mista più forte della Storia dell’Alpinismo Ligure: la loro attività coprirà un arco di quasi 40 anni. Impossibile ricordare le salite fatte insieme: ora è lui che normalmente è primo di cordata, anche su vie di alta difficoltà, ma Rita non pronuncerà mai TIRA la corda! Già nel 1964 la Sezione Ligure assegnerà a Renato la coppa Hacker come miglior alpinista dell’anno, e a Rita sarà assegnata la medaglia come miglior donna alpinista.

Renato, diventato anche membro del Gruppo Alta Montagna del CAI UGET, fu invitato, soprattutto dai torinesi, a partecipare a spedizioni extra europee, ma per sua scelta non volle mai parteciparvi: gli bastavano le Alpi! Molti dei suoi amici, quasi tutti Accademici del CAI, lo invitarono insistentemente a far parte del CAAI perché sicuramente meritevole. Pur rispettoso delle persone, non lo accettò per il suo carattere schivo: gli bastava misurare le sue capacità con se stesso e la Montagna!

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