Giorgio Vassallo
“Il compagno che mi guida e che mi lascia “tirare” i passaggi meno difficili può definirsi una “vecchia volpe”, conosce tutti i segreti dell’arrampicata………. da quando arrampichiamo insieme mi son reso conto che ha fatto tante scalate….da lasciare stupefatti. Credevo di avere un curriculum nutrito, ma proporzionato a Vassallo debbo abbassare la testa….” Così già nel 1972 scriveva Vittorio Pescia (Stelutis 2002).
Giorgio Vassallo, vero appassionato, non ha perso un giorno del suo tempo libero a trascorrerlo in montagna, e chiunque lo abbia conosciuto, può asserire che è l’alpinista genovese, non professionista, che ha frequentato la montagna più assiduamente, su qualsiasi terreno e in qualsiasi condizione. Proverbiali erano i suoi raid appenninici, effettuati con passo veramente rapido: è li che ha imparato a muoversi con velocità, senza perdite di tempo. Quando praticherà un alpinismo d’alta montagna, questa velocità gli permetterà più volte risolvere o evitare situazioni difficili.
Appresi i rudimenti dell’arrampicata da Sergio Rinaldi e Claudio Goretti (Stelutis 1998), col tempo affinerà la sua tecnica, tanto da divenire Istruttore della Scuola “Figari”. Ma la sua principale caratteristica era l’altissima frequenza alpina, ed avendo bisogno di compagni, risultava essere sempre disposto a legarsi con nuovi amici: è così che molti giovani, hanno avuto la possibilità di fare le prime vere esperienze alpine. Anche per questo è da annoverarsi tra i “maggiori maestri” di alpinismo della nostra Sezione. Incalcolabili le sue scalate o escursioni, mai estreme , ma spesso difficili, con particolare preferenza per l’alta montagna. Praticamente ha salito tutte le classiche del M. Bianco (sperone Brenva 2 volte, pilasti del Tacul, Grepon, M. Maudit, ecc. ), del M. Rosa, del Vallese. Non vi è gruppo alpino che non lo abbia visto protagonista, comprese le Dolomiti ove può anche vantare una Comici alla Grande di Lavaredo e anche l’invernale(31 dicembre) allo spigolo Delago del Vajolet. E’ stato anche autore di qualche prima salita, soprattutto in angoli sperduti delle Alpi Marittime.
Quando la nostra sezione fece il primo corso di sci alpinismo, fu “arruolato” come Istruttore: la sua tecnica sciistica non eccelleva, come del resto in quasi tutti gli altri istruttori ed allievi. Erano i tempi in cui soprattutto gli alpinisti usavano gli sci come mezzo per salire montagne in stagioni innevate. Ci volle un po’ di tempo perché anche gli sci alpinisti migliorassero le tecniche, per divenire anche sciatori. Giorgio comunque può vantare una frequenza sci alpinistica senza eguali: non solo ha percorso tutte le classiche anche più impegnative, ma anche raid in zone poco conosciute o frequentate. Fece, in tempi in cui non esistevano posti tappa o rifugi, 2 volte il Pic de Rochebrune A/R da Cesana Torinese con la necessità di un bivacco. Al tempo la massima espressione dello sci alpinismo erano i raid o traversate: molte quelle da lui compiute: l’Haute Route Chamonix – Zermatt (2 volte), H. R. delle Dolomiti, Silvretta, ecc.
Inconfondibile, per lungo tempo la 500 colorata con i marchi della “Buitoni”, di cui era collaboratore, con cui raggiungeva i fondi valle più sperduti. Essendo un lavoratore dipendete non ebbe mai il tempo per partecipare a spedizioni extra europea. La Sezione Ligure già nel 1969 lo premiò con la coppa Hacker quale miglior alpinista dell’anno.